Conto corrente condominiale: perché è importante (e perché la legge lo prevede)

Quando si vive in condominio, uno degli aspetti più delicati riguarda la gestione dei soldi comuni: le spese per la manutenzione, le utenze, i lavori straordinari o anche solo il pagamento del giardiniere e dell’ascensore. Per questo motivo la legge ha stabilito che, se c’è un amministratore, il condominio deve avere un conto corrente dedicato e distinto da quello personale dell’amministratore stesso.
In pratica, significa che tutti i versamenti dei condomini e tutti i pagamenti effettuati dal condominio devono passare da questo conto. Non si tratta di un dettaglio burocratico, ma di una vera garanzia di trasparenza e di sicurezza per tutti i proprietari.
COSA DICE LA LEGGE
L’obbligo è stato introdotto con la riforma del condominio del 2013 (Legge 220/2012, entrata in vigore il 18 giugno 2013). L’articolo 1129 del Codice Civile stabilisce che l’amministratore – appena nominato – debba aprire un conto intestato al condominio, con il codice fiscale del condominio stesso.
Non può usare un conto personale né mischiare i soldi dei condomini con i suoi. Questo vale anche nei piccoli condomini: se c’è un amministratore, che sia un professionista esterno o scelto tra i condomini, deve rispettare questa regola.
COME FUNZIONA NELLA PRATICA IL CONTO CORRENTE CONDOMINIALE
Il meccanismo è semplice: sul conto condominiale confluiscono tutte le quote versate dai proprietari e da lì vengono pagate le spese comuni. Utenze, pulizie, manutenzione, eventuali lavori straordinari, tutto transita da lì.
Ogni condomino ha anche il diritto di chiedere, tramite l’amministratore, di vedere l’estratto conto per controllare i movimenti. Questo è un punto chiave: nessuno deve fidarsi “alla cieca”, ma può verificare in qualsiasi momento come vengono spesi i soldi comuni.
Se un amministratore non apre un conto corrente condominiale, i condomini possono revocarlo per inadempienza e, in certi casi, la sua gestione può essere impugnata anche davanti a un giudice. L’amministratore è inoltre tenuto a presentare un bilancio consuntivo annuale, che riassuma tutte le spese effettuate durante l’anno, includendo le entrate e le uscite dal conto corrente condominiale. Questo bilancio deve essere approvato dall’assemblea condominiale e deve essere redatto in modo chiaro, affinché i condomini possano comprenderlo facilmente e approvare le voci di spesa in modo consapevole.
In più, senza conto dedicato diventa difficile distinguere le spese del condominio da quelle personali, e questo potrebbe avere conseguenze anche legali.
I VANTAGGI PER I CONDOMINI
Al di là della legge, il conto condominiale porta diversi benefici pratici:
- ogni movimento di denaro è chiaro e tracciato;
- i soldi del condominio sono separati da quelli dell’amministratore, evitando ogni possibile confusione;
- in assemblea è più facile leggere e verificare il rendiconto, perché le uscite sono ben giustificate;
- si riducono i rischi di incomprensioni e conflitti interni.
Oggi molte banche offrono conti dedicati ai condomini con condizioni vantaggiose, spesso a canone ridotto. Un buon consiglio per i condomini è chiedere sempre all’amministratore di presentare diverse opzioni in assemblea, così da scegliere insieme quella più conveniente.
Il conto corrente condominiale non è solo un obbligo di legge: è soprattutto un modo per vivere più serenamente il rapporto con il proprio condominio, sapendo che i soldi comuni sono gestiti in modo corretto, chiaro e accessibile a tutti.
Fonte : Listing+
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